Nella bellissima intervista che ho avuto il piacere di fare a Ilaria Canali ho incontrato una viaggiatrice anticonvenzionale che, dopo un percorso di diversi anni, ha scoperto il viaggio lento del camminare e il senso profondo del pellegrinaggio, fino a fondare il Gruppo Facebook Ragazze in gamba che, a oggi, conta oltre 150’000 iscritte. Il gruppo è anche presente su Instagram. Ma soprattutto perché Ilaria è una di quelle persone con cui passerei ore a parlare di tutto e, infatti, in questa intervista parliamo di cammino, di social media, di viaggio e di futuro. Questo l’audio integrale dell’intervista. Buon ascolto!
La costante ricerca di un’identità, anche professionale, iniziata studiando filosofia alla Sapienza di Roma, porta Ilaria a intraprendere svariati viaggi. Da estati intere trascorse a lavorare negli USA fino a Parigi dove, una volta finiti i soldi, canta in metropolitana per sbarcare il lunario e finisce per incontrare una splendida comunità di artisti di strada. Poi un Erasmus (programma di scambio universitario) la porta a Bruxelles dove, finalmente intraprende una carriera nella comunicazione.
Dopo svariati anni fuori dall’Italia decide di tornare ma, dopo un impiego come consulente al Ministero degli Esteri, si trasferisce a Friburgo (Germania) per seguire l’uomo che ama e il richiamo del viaggio che, nel frattempo, era tornato a farsi sentire con una certa urgenza.
Ed è qui che, grazie a una casa immersa nella Foresta Nera, tre setter irlandesi e la cultura teutonica legata a questa attività, Ilaria inizia a camminare regolarmente sia per la semplicità del gesto sia per i molteplici benefici per la salute.
Da allora, Ilaria si è fatta portavoce del cammino come viaggio lento e come stile di vita sostenibile, come dimostra – tra l’altro – la sua collaborazione con FederTreck nella creazione della Giornata internazionale del camminare.
Oggi più che mai è necessario promuovere il cammino anche per i valori del pellegrinaggio, ossia i cammini di lunga percorrenza, anche per contrastare la tendenza all’invasione del digitale nelle nostre vite. Questo aspetto non viene molto sottolineato dalla narrazione e dalla promozione di altri attori che si occupano di cammini. Per Ilaria, che si occupa appunto di comunicazione in questo ambito, è invece necessario creare una diga di fronte a questa dilagante tendenza a esporsi, a non essere più persone ma personaggi.
Questo, a mio avviso, il concetto chiave di tutta l’intervista:
«Camminare ci permette, piano piano, di ritornare autentici, di riconnetterci con la nostra essenza perdendo in parte il narcisismo che accompagna il sistema di comunicazione dei social, tornando così a riappropriarci del nostro passo, ad accettarci fino in fondo con tutti i nostri limiti e fragilità.»
Credo che il modo migliore di approfittare delle parole di Ilaria sia di ascoltarle direttamente dalla sua voce, calma e intensa, che invoglia alla riflessione e all’introspezione – proprio come se stessimo facendo una passeggiata nel bosco.
Prima di salutarvi, vi lascio qui i tre consigli di lettura di Ilaria. Come sapete, questa newsletter è gratuita ma acquistando i libri da questi link (affiliati) potete sostenere il progetto.
«Invisibili» Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano. Ebook – Cartaceo
«Liberati dalla brava bambina» Otto storie per fiorire. Ebook – Cartaceo (usato, Libraccio)
Come detto nell’ultima edizione, d’ora in poi Parole on the road diventa a cadenza mensile. Tornerò a scrivervi quindi a inizio giugno. A presto e buona strada, sempre!
Molto interessante, ho scoperto il mondo del trekking in Patagonia recentemente e quindi sicuramente seguirò la mia omonima!