Di rientri e dello spirito del viaggiatore
Il rientro da un lungo viaggio, o dalle ferie, porta con sé un mix di emozioni contrastanti ma, incarnando lo spirito del viaggiatore, possiamo superare tutto questo.
Per la maggior parte di noi, la stagione estiva è terminata ed è giunto il momento di rientrare alle rispettive routine quotidiane. Un momento delicato, non sempre accompagnato da emozioni positive ed entusiasmo. Ma forse esiste un modo per vedere le cose in maniera diversa.
Poco importa che si tratti di ritornare alla propria quotidianità dopo due settimane di ferie al mare, o dopo un lungo viaggio: rientrando, portiamo con noi molto più di semplici souvenir e foto. Portiamo esperienze, emozioni e – in alcuni casi – un senso di avventura che spesso sembra svanire rapidamente una volta che riattraversiamo la soglia di casa. Il rientro è un momento cruciale nella vita di ogni viaggiatore (o vacanziere), un punto di svolta in cui ci confrontiamo con la realtà della nostra vita quotidiana dopo aver assaporato la dolce libertà che viaggi e vacanze ci regalano. È un momento di contrasti: tra il desiderio di continuare l’avventura (o la vacanza) e l’obbligo di rientrare alla routine, tra la nostalgia per i luoghi visitati e la riconciliazione con il nostro ambiente familiare.
È al momento del rientro che spesso iniziamo a riflettere su ciò che abbiamo vissuto durante il viaggio. La nostalgia può cominciare a farsi strada mentre ci rendiamo conto che il tempo trascorso in un luogo speciale sta per finire. Sentiamo una sorta di malinconia per ciò che stiamo lasciando indietro e per le avventure che non potremo più vivere (ed è proprio a questo punto che molti di noi iniziano a pianificare il viaggio successivo – ma questa è un’altra storia).
Tuttavia, il rientro offre anche l’opportunità di riflettere sulle esperienze accumulate e su come queste abbiano influenzato la nostra crescita personale. Non crediate: anche una semplice vacanza di due settimane può dare tutto questo –se manteniamo lo spirito del «viaggiatore», ossia (secondo me) uno sguardo aperto alla vita, caratterizzato dalla prontezza a imparare cose nuove, a lasciarsi sorprendere dalle cose semplici e ad apprezzare ciò che abbiamo nel «qui e ora». I viaggi possono aprire la mente, spingerci fuori dalla nostra zona di comfort e farci scoprire nuove prospettive. Quindi, sebbene la nostalgia sia una componente inevitabile del rientro, è anche il momento in cui possiamo tradurre le nostre esperienze di crescita personale in nuove visioni della vita. Anche una semplice vacanza può essere l’occasione per fermarsi e riflettere sulle proprie scelte e, perché no, per rivederne o metterne in discussione qualcuna.
Una delle sfide più grandi nel rientro da un viaggio è il ritorno alla routine quotidiana. È come passare da un mondo di possibilità illimitate a un ambiente familiare spesso limitato. La sensazione di essere intrappolati nella routine può essere opprimente, ma è anche un’opportunità per apprezzare ciò che abbiamo nella nostra vita di tutti i giorni. Mentre eravamo in vacanza, potremmo aver sognato di fuggire dalla nostra routine, ma è importante ricordare che questa routine ci offre stabilità e conforto (senza contare che la routine ci offre anche i mezzi finanziari per permetterci viaggi e vacanze). La chiave sta nel trovare un equilibrio tra la libertà dell’avventura e la stabilità della routine.
Una parte importante del rientro da un viaggio è la condivisione delle esperienze con gli altri. Mostrare foto e raccontare storie ai nostri amici e familiari (ma anche su più larga scala) può aiutarci a preservare l’energia e l’entusiasmo del viaggio anche una volta tornati a casa. Inoltre, la condivisione delle esperienze può ispirare gli altri a esplorare il mondo e aprirsi a nuove avventure. Ma non è tutto: il rientro ci offre l’opportunità di riconsiderare la nostra relazione con la casa e il luogo in cui viviamo. Possiamo vedere la nostra casa con occhi nuovi, apprezzandola di più e prendendoci cure di essa in modo migliore. Possiamo anche lavorare per creare un ambiente che rifletta le esperienze e gli interessi che abbiamo acquisito durante il viaggio.
Per quanto mi riguarda, ci ho messo davvero molto tempo a rientrare dal mio viaggio in Giappone del 2014 – a dirla davvero tutta, credo di sentirmi «rientrata» al 100% solo da un paio di settimane, ossia da quando ho traslocato nella casa nuova. Ma se c’è una cosa che ho imparato in questo mio lungo viaggio, che ancora oggi mi offre materiale di riflessione e crescita, è che, se pongo attenzione, il «viaggio» non finisce mai. E non mi riferisco alla metafora della vita come un viaggio, mi riferisco proprio al fatto che «essere in viaggio», tutto sommato, è uno stato d’animo. Si può «essere in viaggio» anche negli spostamenti da pendolare per andare al lavoro, per esempio. Come ti comporti con gli sconosciuti che incontri sul treno? Ci scambi due parole? Li osservi? Oppure ti chiudi nella tua routine, magari leggendo un libro o ascoltando musica? Ciò che fa la differenza è il nostro sguardo, il nostro stato d’animo, la nostra disponibilità ad aprirci al nuovo, al diverso. Cosa scegliamo di vedere e cosa, invece, preferiamo ignorare? Sempre a mio avviso, lo stesso vale per l’«essere nomadi» pur vivendo sempre nello stesso luogo. Si tratta di conservare lo spirito di avventura, leggerezza e non attaccamento (soprattutto a oggetti, luoghi, abitudini) per mantenere appunto lo spirito del viaggiatore anche quando non possiamo viaggiare come vorremmo.
Lo so, molti di noi preferirebbero essere nomadi veri e propri, poter davvero vivere viaggiando. E magari alcuni di noi sono sulla strada per diventarlo. Ma queste sono scelte di vita importanti che non tutti riescono o possono (o vogliono) fare e quindi ci tocca fare il meglio che possiamo con ciò che abbiamo.
La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.
(Henry Miller)
La cosa importante è ricordare che il rientro da un viaggio è un viaggio in sé stessi. È un’occasione per scoprire chi siamo diventati grazie alle esperienze vissute (di viaggio, come di vita stanziale) e come possiamo applicare queste conoscenze alla nostra quotidianità. Quindi, mentre ci confrontiamo con la realtà del rientro, ricordiamoci di portare con noi il meglio del nostro viaggio e di continuare a esplorare il mondo con occhi sempre nuovi, anche nella vita di tutti i giorni.
Grazie per aver letto fin qui e buona strada!
Marta