Parole come strade per incontrarsi
Tra viaggi, lingue e reputazione, inizia un nuovo capitolo di Parole on the Road.
Scrivo queste righe guardando fuori dal finestrino di un treno che mi porta a sud, verso Milano. Il paesaggio scorre veloce, le case nascondono la vista del lago di Como e io penso che ogni viaggio, in fondo, sia questo: un passaggio, un’evoluzione. Non importa la destinazione precisa, ma il fatto che stiamo andando da qualche parte, attraversando spazi, lasciandoci alle spalle ciò che conoscevamo e avvicinandoci a qualcosa di nuovo.
Forse è per questo che, malgrado i millenni che ci separano dai nostri antenati nomadi, siamo ancora affascinati dall’ignoto, con la voglia di scoprire e di avventurarci altrove: è semplicemente nella natura dei più.
La metafora del viaggio si applica bene a molti di ambiti della vita e Parole on the Road non fa eccezione. Questa newsletter è iniziata come diario di viaggio: una valigia piena di racconti di strade percorse, città incontrate, persone osservate con la curiosità di chi non si accontenta della superficie. Era uno spazio per scrivere e, allo stesso tempo, per condividere un pezzo del mio sguardo con chi mi leggeva.
Dopo una lunga pausa dalla scrittura, ho iniziato a pensare a cosa potesse diventare questa newsletter e a come potevo continuare a scriverla, trasformandola per darle un respiro più ampio e permettermi di trattare anche altri temi che mi stanno a cuore.

Dentro questa «valigia di parole» non troverai più solo appunti di viaggio e descrizioni di luoghi visitati: inizierò a infilarci libri, pensieri sulle lingue che studio, riflessioni sul modo in cui comunichiamo attraverso culture diverse. È come se la valigia crescesse insieme a me: stessa forma, stessi segni di usura, ma contenuti che cambiano sotto uno sguardo più ampio.
Accanto ai racconti di luoghi reali o immaginati, troverai sempre più spesso riflessioni su:
le lingue come ponti verso l’altro (compreso il fatto che di recente ho iniziato a studiare arabo, una scelta che mi sta aprendo mondi inaspettati),
i libri che porto con me e che finiscono nella nuova rubrica «La valigia dei libri»,
la comunicazione interculturale, ovvero quel sottile filo che unisce persone, aziende e culture quando provano a raccontarsi.
Parole on the Road non è più soltanto un blog di viaggio: diventa un luogo dove il viaggio incontra la lingua, la cultura e la reputazione. Dove le parole non servono solo a descrivere ciò che vediamo, ma diventano strumenti per capirci meglio, costruire fiducia, custodire la nostra immagine e quella degli altri. Perché le parole sono i nostri veri passaporti: ci portano da un punto all’altro, ci fanno incontrare, a volte ci perdono e a volte ci salvano.
Ed è così che torno a provare quella sensazione che conosco bene, quella dell’essere «in partenza». Con la (metaforica) valigia in mano, inizia un nuovo viaggio con quell’emozione speciale che accompagna ogni nuovo inizio. Non so ancora dove questo viaggio mi porterà, ma so che sarà fatto di storie, lingue, libri e domande. E soprattutto, sarà un viaggio condiviso.
Se ti va di restare con me in questa trasformazione, continua a leggere Parole on the Road. E se hai letture, spunti o esperienze che parlano di viaggi, lingue o comunicazione, scrivimi: sarà un piacere raccogliere anche le tue parole in questa valigia che riempiremo insieme.
Se preferisci, puoi anche ascoltare questo pezzo letto con la mia voce:
Buona strada,
Marta
Bentornata Marta, ti leggerò con interesse!