Vladivostok: 10 anni dopo
Ricorrenze di viaggio e riflessioni sulla motivazione delle cose.
Oggi sono trascorsi dieci anni esatti dal mio arrivo a Vladivostok dopo due mesi e mezzo di un viaggio incredibile attraverso Scandinavia e Russia. Vladivostok è stata per anni nella mia fantasia finché, il 14 agosto 2014, è diventata realtà davanti ai miei occhi. Una città portuale come tante ma, al tempo stesso, unica nel suo genere caratterizzata dai dettagli tipici delle città portuali e dalle peculiarità che la contraddistinguono (anche per via della sua posizione geografica quale città più a est della Russia prossima al confine con Cina e Corea del Nord).
Io sono tipo da bilanci e sfrutto queste ricorrenze per tirare le somme e capire a che punto sono nella mia vita. In realtà è da un po’ di tempo che mi trovo in un periodo dove metto in discussione tutto quanto e questa ricorrenza non è altro che un’altra occasione.
Soprattutto, però, questo è un periodo in cui mi sento molto scarica, priva di energie. Se ripenso al viaggio che ho fatto mi chiedo dove io abbia trovato la voglia di partire (lo so dove l’ho trovata, ma in questo momento la stanchezza è tale che non mi sembra vero esserci riuscita).
Tutta la stanchezza però mi sta portando a fare riflessioni nuove. Data la scarsità di energie a disposizione ho iniziato a riflettere sulla motivazione che mi spinge a fare le cose – non da ultimo anche portare avanti questo progetto di scrittura senza uno scopo ben preciso se non il piacere stesso di scrivere. E credo di essere giunta a una conclusione piuttosto rivoluzionaria (almeno per la sottoscritta).
Dovete sapere che per anni sono stata un’accanita sostenitrice dei libri di auto-aiuto e di tutto quel filone di corsi, coach e guru vari che (in teoria) ti spinge a fare meglio, a trovare il tuo obiettivo, a raggiungerlo e via dicendo. Finché, tempo fa, non ho iniziato a sviluppare una certa avversione proprio per la figura squisitamente moderna e occidentale del «guru». Non ho paura di affermare che molti di loro sono semplicemente fuffa e sfruttano le nostre insicurezze, i nostri limiti e le nostre paure per aumentare il fatturato e il numero di «adepti». Ho detto «molti di loro», ossia non tutti – sia ben chiaro 😊
Tutto questo filone poggia, tra le altre cose, sul concetto di «motivazione» inteso come quella spinta che ti porta a fare qualcosa, a farla meglio, a volere di più. E se questa fosse tutta una bufala? Mi spiego meglio: ultimamente mi sono resa conto che quando fai una cosa che è davvero in linea con i tuoi valori e in profondo contatto con il tuo Essere, la tua Essenza, non hai alcun bisogno di motivazione extra. La fai e basta.
Se ripenso al mio viaggio è stato così: non ho avuto bisogno di spinte, motivazioni, aiuti esterni o altro. Dentro di me sentivo che quel viaggio era in assoluto la cosa più giusta da fare per me in quel momento e l’ho fatta – semplicemente. Malgrado, tra l’altro, tutte le voci contrarie e la razionalità, che non era sempre dalla mia parte. Quindi mi viene da chiedermi se, anziché dare i nostri soldi e la nostra attenzione a tutta una schiera di guru più o meno validi, non sarebbe il caso di aumentare il tempo e l’attenzione che dedichiamo a noi stessi, all’introspezione, alla conoscenza di sé?
Alla fine, non è forse questo lo scopo di una vita vissuta intensamente? Non è questa una delle lezioni più grandi del Viaggio?
Lascio a voi il resto della riflessione e, se vorrete, mi farà piacere leggere i vostri commenti. Grazie!
PS: nella serie di foto è nascosta la statua di un attore famoso naturalizzato statunitense ma nato proprio a Vladivostok. Sapete dire chi sia?
Grazie per lo spunto, effettivamente la risposta è sempre dentro di noi, ma spesso è un casino vederla con tutti questi impegni, persone, cose…
Ho avuto anch'io la tua stessa fase, in cui mi sembrava di avere bisogno dell'aiuto di questi "para-guru" per trovare la direzione giusta e non sbagliare di nuovo. Risultato: soldi buttati e ho comunque preso ancora strade che non erano adatte a me. E l'ho scoperto proprio sbagliando! Non ho risposte, vado a tentativi e cerco di avvicinarmi sempre di più a quello che sento possa essere giusto per me. Se ti senti esausta va bene, accettalo e fermati. Non dobbiamo sempre correre verso qualcosa, affannarci ad andare avanti. A volte fermarsi è importante per riprendere fiato e fare chiarezza. Ascoltati e assecondati, datti pace. Vedrai che ripartirai con nuove energie. Un abbraccio ❤️