La fine di un’estate
Oggi vi porto con me in un'altra delle mie passioni, sempre correlata al viaggio ma in modo un po' diverso.
Che dire, oggi è il due settembre e stamattina qui pioveva da matti. Sembrava già novembre. Ma a me piace pensare che ognuno di noi si porti dentro la propria stagione – a prescindere da ciò che c’è fuori dalla finestra.
E allora, per quanto mi riguarda, io sono un po’ indietro rispetto al calendario perché sono in una fase di grandi cambiamenti e stravolgimenti – più tipici della primavera che della fine dell’estate. E anche questo progetto di scrittura prenderà un’altra piega, anche se non so ancora bene quale sarà. Ma, prima di tutto, oggi voglio portarvi con me a scoprire un’altra mia passione: la vela. Ne ho già accennato qua e là ma oggi vorrei parlarvi di evento molto speciale.
Conoscete la regata attorno al mondo chiamata Vendée Globe? È talmente intensa, sfiancante e richiede talmente tante risorse, sia agli skipper sia alle barche e agli equipaggi, che è organizzata solo ogni quattro anni. Soprattutto in passato ha anche richiesto un tributo non proprio esiguo di vite umane – «il mare dà, il mare toglie». Se volete approfondire c’è un bellissimo libro: «Dentro l’uragano», di Derek Lundy.
Un’altra cosa che non sapete è che la Vandée Globe del 2020 e probabilmente la cosa che mi ha permesso di superare quasi del tutto indenne il periodo del Covid e il lungo momento di difficoltà che abbiamo dovuto attraversare tutti quanti (che a volte sembra non finire mai). Infatti, quattro anni fa, ho passato molte ore a seguire l’avanzamento delle barche e a guardare i video degli skipper. In qualche modo trovavo consolazione pensando che, in fondo, loro stavano messi molto peggio di me (e anche molto meglio, d’accordo).
Nell’edizione in partenza il 10 novembre di quest’anno ci sono anche diversi skipper svizzeri, tra cui una donna (in fondo, qui parlo anche di donne viaggiatrici no?). Proverò a scriverle nella speranza che mi dedichi un momento per rispondere alle mie domande. In caso affermativo, riporterò l’intervista in un’edizione successiva :-)
Ma che cos’è questa regata, che è considerata l’Everest del mare? Come indicato sul sito, la Vendée Globe è una regata in solitaria, senza scalo e senza assistenza. Il che, tradotto in parole povere, significa che sono ca… i tuoi qualsiasi cosa succeda. Ma ovviamente non finisce qui: la regata è un giro attorno al globo di 45’000 km (ossia 24’300 miglia nautiche) che, con partenza e arrivo a Salbes d’Olonne (nel dipartimento francese della Vendée, da cui il nome), tocca Capo di Buona Speranza (Africa), Capo Leeuwin (Australia) e Capo Horn (Sudamerica) – ovvero i mari più impetuosi e impietosi al mondo.
«I 40 ruggenti, i 50 urlanti, i 60 stridenti»
Questo è il modo, nella lingua del mare, con cui vengono definiti i venti che soffiano sotto il 40° grado di latitudine (sud). In queste zone il vento soffia talmente forte da diventare un ruggito costante e assordante che aumenta di intensità man mano che si scende di latitudine. Ma oltre ai venti, i 40 skipper in partenza dovranno affrontare moltissimi altri pericoli come gli iceberg. Infatti, dal 2016 nella gara è stata addirittura introdotta una “zona di esclusione artica”, ossia una linea immaginaria sotto la quale non si può scendere a causa, appunto, del pericolo di iceberg.
Insomma, se vogliamo parlare di viaggi epici, di «Davide contro Golia», di avventura della vita, di sfida della natura, mi vien da dire che la Véndée Globe incarna tutto questo – e molto di più. A voi scegliere la metafora che meglio la rappresenta.
Che dire, non vedo l’ora della partenza!
Il futuro di Parole on the Road
Prima di salutarvi vorrei giusto dire due parole sul futuro di questa newsletter. Non so bene che strada prenderà, né quando riuscirò a tornare a scrivere con regolarità. Al momento vi posso solo dire che sto preparando l’intervista per l’edizione di ottobre – dopo di che buio totale.
A questo scopo però vi chiedo di rispondere a questo sondaggio, così da darmi una mano per capire quale direzione sia più interessante (per voi) prendere:
Per ora è tutto, grazie di aver letto fin qui. Vi scriverò il mese prossimo con la nuova intervista e (spero) altri aggiornamenti.
Buona vento!
Commento banale: esplorerei bene bene dentro di me i contenuti da affrontare. Quello che ha senso per me dire, oppure, certamente anche non dire. Mi permetto questo commento perché è un processo che sto facendo anch'io. E che forse fanno un po' tutti prima o poi, almeno chi scrive seriamente.
Un abbraccio e buona strada. Aspetto, se riesci, l' intervista alla velista, che farò leggere anche al mio compagno skipper 🙂
Mi piace leggere di viaggi con qualsiasi mezzo così viaggio un po’ anch’io grazie aspetto l’intervista della donna skipper, spero che riuscirai a contattarla