Sogni che diventano realtà.
Un ricordo personale e un augurio di buona estate a tutte le persone che mi hanno seguito e letto in questi mesi.
I momenti di cambiamento sono anche sempre momenti di riflessione, di somme tirate e di retrospettive. Come forse avrai letto, a marzo di quest’anno ho cambiato «casa» alla mia newsletter e ho deciso di passare a Substack. Questo il link all’articolo.
Come spesso capita nella mia vita (forse anche nella tua?), a ogni piccolo o grande cambiamento ne seguono altri: per farla breve, a fine luglio trasloco in una casa nuova. Sono molto emozionata perché questo è per me un passaggio importante, sia sul piano personale che professionale – in particolare, perché nella casa nuova avrò una stanza in più che userò come ufficio dove poter lavorare e, soprattutto, scrivere.
Dove inizia il viaggio che mi ha portata fin qui? Difficile stabilire un momento esatto, ma proprio in questi giorni sto ripensando spesso a un ricordo della mia infanzia e ho deciso di condividerlo con voi. Quando avevo 10-12 anni amavo giocare con le vecchie macchine da scrivere. Usavo quella di mio padre per scrivere le cose più disparate, ma soprattutto amavo smontarle pezzo per pezzo (per la gioia di mia madre, quando doveva passare l’aspirapolvere!). Da allora, conservo un foglio dattiloscritto datato per l’esattezza 29 gennaio 1992. Avevo da poco compiuto i 12 anni.
Questo foglio si intitola «I miei sogni», a riprova che da sempre sono una sognatrice. È un semplice elenco puntato di 11 voci, con tanto di firma (ovviamente :-)). Oltre ai classici «avere una tenuta di animali, una grande villa, parecchi camerieri» (avevo già capito un sacco di cose!) e i più idealisti «poter dare da mangiare a chi ne ha bisogno», c’è una voce che mi è rimasta come scolpita dentro: «Avere una camera gigantesca con un ufficio».
Aver tenuto fede alla me bambina, aver combattuto per realizzare il sogno che avevo fin da piccola è per me oggi motivo di grande gioia e commozione. In parte, richiama la sensazione che provai quando – dopo tre mesi di viaggio e mille peripezie – arrivai in Giappone. È quella sensazione in cui tutti i sacrifici, le fatiche, le rinunce e le lotte acquisiscono un senso più profondo e trascendono il concetto di semplice «quotidianità». Diventano «vita vissuta», «esperienza» e sono il risultato di tutte le lacrime, le difficoltà ma anche i momenti belli, le risate e la leggerezza del viaggio necessario per arrivare a questa meta. È il momento in cui i tanti piccoli pezzetti del puzzle vanno al loro posto e tu riesci a vedere tutta l’immagine.
In fin dei conti, questi sono i momenti per cui vale la pena vivere.
È la fede in qualcosa e l’entusiasmo per qualcosa che rende la vita degna di essere vissuta. (Oliver W. Holmes sr.)
Ma questo è anche il momento giusto per prendermi una pausa. Dopo il trasloco avrò bisogno di tempo per riposare e mettere in ordine i pensieri (oltre che le mie cose), quindi per qualche settimana non riceverete nuovi messaggi da parte mia. Non preoccupatevi, non vado da nessuna parte: ci sentiamo a settembre.
Buona estate e, come sempre, buona strada!
Intanto, vi lascio qui alcuni link ai vecchi articoli di Substack in caso abbiate voglia di rileggerli:
Buona pausa, buon trasloco e buona stanza della scrittura, Marta!
Buona estate anche a te. A settembre.👋👋👋😘😘😘