Mete di viaggio e serie TV
Ovvero, i modi (forse) più strani con cui scelgo le mete dei viaggi.
Per il mio 40° compleanno mi sono regalata un viaggio di tre settimane alle Hawaii. Come prevedibile, questo arcipelago si è rivelato una specie di paradiso in terra – anche se molto sfruttato turisticamente in certe zone. Però diciamo che i tramonti spettacolari non sono mancati :-)
Ma cosa c’entrano le serie TV? Molto semplice: l’idea di andare alle Hawaii mi è venuta guardando la serie TV Hawaii Five-0. Banale? Possibile. Fatto sta che è andata proprio così. Ero stufa di vedere quei paesaggi stupendi sullo schermo TV e ho deciso che li avrei visti dal vivo, con i miei occhi.
Naturalmente non succede sempre così. Infatti, per il mio viaggio in moto, dalla Svizzera al Giappone, le fonti di ispirazione sono state molte e molto diverse tra loro: il tutto è iniziato quando avevo 12 anni. Un giorno, a lezione, l’insegnante di matematica ci parlò della Transiberiana (lui l’aveva percorsa prima del crollo del Muro di Berlino) e di quanto fosse stato avventuroso il suo viaggio. Da quel momento seppi che, prima o poi, l’avrei percorsa anche io.
Qualche anno dopo, in una libreria di Amburgo, mi capitò tra le mani il libro di Doris Wiedemann («Taiga Tour», disponibile in tedesco), una motociclista tedesca che – da sola – era andata in moto dalla Germania al Giappone, passando per Russia e Corea. Lo comprai, lo lessi e mi restò in testa.
Spesso mi sono trovata a riflettere se ci fosse un modo migliore di un altro per scegliere le mete di viaggio. Ma, col tempo, mi sono resa conto che la cosa che conta davvero è la profondità con cui scegliamo di vivere il contatto con un luogo nuovo. E questa profondità può (e deve) cambiare nel tempo a seconda di come stiamo in quel momento, della situazione di vita in cui ci troviamo e a seconda di mille altri fattori – tutti più o meno personali. Non esiste un modo giusto per scegliere la meta di un viaggio, esiste un solo errore possibile: non partire.
Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro della memoria continua a scorrerci dentro anche dopo che si siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile. (da «In viaggio con Erodoto» di Ryszard Kapuscinski)
Di recente ho guardato («divorato» sarebbe più corretto) la prima stagione della serie TV «Daily Alaskan» (disponibile su Disney+) con una strepitosa Hilary Swank. Ma non solo: il mio compagno di recente ha sognato che saremmo andati in Bhutan. Quindi direi che per il momento, in quanto a spunti per futuri viaggi, ne ho più che abbastanza :-).
Curiosità dalle Hawaii
Spam
Tutti ormai sappiamo cos’è lo Spam – ossia i messaggi indesiderati di posta elettronica – e soprattutto tutti lo detestiamo. Ma sapete da dove viene la parola Spam? E soprattutto, cosa c’entra lo Spam con le Hawaii?
Spam è il nome commerciale di un prodotto USA a base di carne in scatola composto da sei ingredienti (carne di maiale, acqua, sale, amido di patate, zucchero e nitrato di sodio) e lanciato sul mercato dalla Hormel Corporation nel 1937. Questo prodotto è divenuto popolare grazie al suo largo uso durante la Seconda Guerra Mondiale, poiché era un pasto frequente dei soldati. Ecco perché, ancora oggi, è un prodotto molto famoso, amato e onnipresente sugli scaffali dei supermercati delle Hawaii: qui la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato segni profondi, e questo della carne in scatola è uno dei più leggeri che sono riuscita a trovare.
Ma il motivo per cui oggi usiamo la parola «Spam» per indicare i tanto odiati messaggi di posta elettronica lo dobbiamo a uno sketch satirico dei Monty Python, che potete guardare qui (con sottotitoli in italiano).
Kava Kava
Il termine Kava Kava indica le parti sotterranee (radici e rizoma) di una pianta tipica della Polinesia e dell’Oceania, da cui viene prodotta una bevanda usata fin dall’antichità dalla popolazione polinesiana come sedativo per placare gli stati d’ansia e i dolori, contrastare la stanchezza e facilitare il sonno. Se assunta in dosi elevate, può tuttavia avere effetti collaterali devastanti.
Quando la assaggiai durante il mio soggiorno alle Hawaii, ricordo che mi diede la sensazione di avere la lingua anestetizzata – un po’ come quando si va dal dentista :-) Se vi interessa, qui potete leggere maggiori informazioni su questa pianta psicoattiva.
Il blog di Parole on the road
Più uso Substack e più sono convinta di aver fatto la scelta giusta. L’aspetto che preferisco è il fatto che queste newsletter, una volta spedite, non vadano perse nelle caselle di posta dei destinatari ma si trasformino automaticamente in un articolo – come fosse un normalissimo blog. Così ho deciso di recuperare alcuni contenuti che avevo già inviato come newsletter prima di passare a Substack e di pubblicarli come semplici articoli di blog (senza quindi inviarli come newsletter). Questo mi permette inoltre di recuperare i file audio dagli Spazi che ho tenuto su Twitter nel 2022 e renderli disponibili a tutti. Per differenziare meglio i contenuti ho deciso di anteporre una sorta di categoria tra parentesi quadre prima del titolo del contenuto. Ossia, NL per newsletter, Blog per un articolo di blog (solo testo) e Audio per un testo con file audio annesso (lo so, non era necessario spiegarlo, ma sono pur sempre svizzera!). Ecco i link dei primi articoli a disposizione:
[Audio] Nomadismo digitale come scelta di vita
Da leggere, vedere, sentire
[Libro) In viaggio con Erodoto di Ryszard Kapuscinski (ed. Feltrinelli)
[Musica] Una playlist di musica hawaiana molto rilassante che può fare da sottofondo al lavoro
[Libro] La notte bianca – un giallo inuit ambientato in Groenlandia
Grazie per aver letto fin qui e, come sempre, buona strada!
Testo aggiunto in data 11.03.2024
In questo periodo sto leggendo il libro «Honolulu e altri racconti» di W. Somerset Maugham (traduzione Vanni Bianconi) e mi sono ricordata di aver pubblicato questo articolo. Se vi piace leggere raccolte di racconti, questo testo narra gli incontri di uno scrittore in viaggio per i Mari del Sud. Qui la Sinossi dal sito di Adelphi:
«È impossibile, leggendo i superbi ‘racconti orientali’ qui raccolti, non finire irretiti negli scabri avamposti di un Impero britannico ormai presago della fine. Un mondo nostalgico e artificiale, in perenne contrappunto con una giungla evocata da rapidi tocchi eppure incombente e foriera di sciagura; un mondo che penetriamo con l’occhio disincantato ma insaziabilmente curioso di Maugham, sospinti ogni volta verso un inesorabile finale – spesso tragico, ma quasi mai catartico. E nel frattempo avremo visto andare in pezzi le identità apparenti dei protagonisti, intrappolati in lividi e rovinosi rapporti gerarchici, furenti ricatti incrociati, colpevoli idilli lavati col sangue. Ancora una volta i sapienti congegni narrativi di Maugham, qui celati nell’evocativo scenario della Malesia, del Borneo o delle Hawaii, compongono intrecci perfetti e storie crudeli – che ci consentono di attraversare, rimanendo indenni, le passioni umane più fosche.»
Se questo ti ha incuriosito, ti ricordo che usando i link qui sotto mi aiuti a portare avanti il progetto Parole on the road, che è e rimane gratuito. Grazie in anticipo!
kava kava! ricordo di avere visto un viaggiatore francese (in parte antropologo, almeno a suo dire) che la provò
e "psicoattivo" definisce con dolcezza l'effetto che può avere
(lui era davvero "andato")
Sempre stimolante Marta, ma soprattutto grazie per la voglia di condividere emozioni.